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Delirio
europeo La lunga ombra dell’antisemitismo ha lambito Bruxelles La risoluzione che
sostiene "in linea di principio" il riconoscimento dello Stato
della Palestina sulla base dei confini del 1967 e appoggia la proposta di due
Stati con Gerusalemme capitale votata a larga maggioranza dall’euro
parlamento di Bruxelles non è una semplice “ipocrisia”, come ha detto un
irato Benjamin Netanyahu. Piuttosto è il segno profondo di un antisemitismo
che ha caratterizzato il nostro continente per ben più di un secolo. Basta
guardare con attenzione all’epopea che precede immediatamente la seconda
guerra mondiale per capirlo. Benedetto Croce considerava il fascismo italiano
come un incidente di percorso sulla via della compiuta unità nazionale.
Ammesso che lo fosse, Ferruccio Parri la pensava diversa, il nazismo non fu
sicuramente un incidente di percorso. Il nazismo espresse profondamente i
sentimenti di trenta milioni di tedeschi è affascinò tutta l’Europa, unica
estranea a tanto sinistro bagliore fu la giovane repubblica democratica
cecoslovacca che venne fatta a pezzi. Nel 1939 il “Mein
Kampf” era talmente venduto nelle capitali europee che Hitler avrebbe potuto
vivere agiatamente dei suoi soli proventi e la professione indicata sui suoi
documenti di identità era di “scrittore”. Qualche copia arrivò anche nel
mondo arabo, visto che un giovane Nasser partecipava entusiasta ai raduni di
Norimberga e il gran Mufti di Gerusalemme era un ammiratore di Hitler. Mentre
nessuno dei capi di Stato che si incontrava con il Fuhrer aveva mai avuto
modo di lamentarsi dei suoi deliri antisemiti. Ungheresi e Russi
perseguitavano gli ebrei da secoli, lo stesso i rumeni, i francesi dai tempi
del caso Dreyfuss avevano rigettato i diritti garantiti agli ebrei dalla
rivoluzione giacobina, e gli spagnoli nelle mani di Franco erano tornati
cattolicissimi. Era antisemita l’Inghilterra? A 11 ore dallo scoppio della
seconda guerra mondiale l’ambasciatore britannico veniva
accolto alla cancelleria del Reich con il rullo dei tamburi della guardia
d’onore delle ss. Fino all’ultimo minuto Chambarlain rimase convinto della
possibilità di una soluzione pacifica negli interessi della Germania. Nessuno
si preoccupava di una questione ebraica. E perché Roma, 18 dicembre 2014 |
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